A Milano il 28 maggio 2010 presso "La Pelota" in Via Palermo, in occasione del Convegno organizzato dalla Fondazione del Notariato, è stato illustrato a più di 600 notai lo scenario prossimo venturo della professione, il completamento dell'informatizzazione dell'attività notarile: l'atto notarile informatico.
Il documento informatico è già una realtà con cui ci si confronta quotidianamente negli studi per gli adempimenti post stipula, ma è già vicina una sfida di ben altra portata e cioè quella dell'Atto pubblico informatico cui si approderà in forza del decreto attuativo della legge 69 del 2009 (pare entro fine giugno).
La novità (ormai agli occhi di tutti assolutamente inevitabile) spaventa la categoria sotto due aspetti: da un lato, il nuovo ruolo che assumerà il notaio con l'auspicio che la tecnologia non sovrasti la funzione, ma ne rimanga strumento (concetto ben espresso dal notaio Massimo Palazzo nel saluto introduttivo); dall'altro, il timore che un supporto non cartaceo non garantisca la conservazione degli atti, non solo strumenti di trasferimento e regolamentazione di diritti, ma anche patrimonio storico e sociale della nostra società.
La mattina è iniziata con le interessanti puntualizzazioni teoriche dei professori Mauro Orlandi e Pietro Sirena sulle novità giuridiche che il documento informatico comporterà e sulle peculiarità che lo contraddistinguono rispetto al documento cartaceo.
Il ruolo del notaio ne sembrerebbe rafforzato perché il Notaio diverrebbe garante non solo dell'imputazione dell'atto alle parti e della sua immodificabilità, ma anche come categoria (Consiglio Nazionale del Notariato) della sua conservazione. Quindi il notariato assicurerà anche la fedeltà di uno spazio virtuale in cui gli atti saranno custoditi.
I concetti sono stati ulteriormente affinati grazie all'intervento del Notaio Raimondo Zagami che ha rassicurato sul mantenimento delle funzioni notarili con l'avvento di una totale informatizzazione.
Il momento topico del Convegno però si è avuto con la simulazione di una scrittura privata digitale avente ad oggetto la vendita del Consiglio notarile di Milano con venditore e compratore in due diverse città.
Protagonisti: da una parte, il Notaio Sabrina Chibbaro nelle vesti del Notaio Telematico e il Notaio De Stefano, nei panni di sé stesso (Presidente del Consiglio Notarile di Milano) come venditore; dall'altro, il Notaio Michele Nastri nelle vesti dell'altro Notaio Telematico con un Ingegnere di Notartel, nei panni dell'acquirente.
Il notaio Chibbaro ha dato lettura dell'atto in versione word e pdf modificabile. Una volta definito, l'atto è stato tramutato in un formato immodificabile (ad es. pdf/a) e sottoscritto dal venditore con firma digitale (la sottoscrizione potrà avvenire o con smart card -se la parte è in possesso di tale supporto- o con apposita lavagnetta elettronica fornita dal notaio - in uso già presso i notai francesi).
Se ci sono allegati anche quelli devono ovviamente essere firmati digitalmente. Quindi o sono già in formato digitale (ad esempio procura inviata da altro Collega in formato digitale) o vanno trasformati.
Il notaio ha firmato digitalmente l'autentica e gli allegati ed ha inviato tutto in una "busta e-gov" all'altro collega.
Anche la busta è stata firmata digitalmente. Ovviamente l'invio è stato fatto con la pec.
Il Notaio Nastri ha fatto unitamente all'acquirente la stessa cosa e quindi ha simulato l'inserimento dell'atto con gli allegati nel sistema di conservazione del CNN.
E' stato precisato che in esso dovranno essere inserite anche le copie digitali degli atti cartacei e le ricevute del modello unico.
Il notaio sarà autorizzato ad effettuare gli annotamenti all'atto previsti dalla legge.
La mattinata si è conclusa con il Notaio Valerio Auriemma che ha spiegato in dettaglio il funzionamento della pec.
Al pomeriggio sono stati trattati: apostille digitale e circolazione fra stati degli atti notarile con l'illustrazione della piattaforma IVTF (International Verification Task Force) denominata Bartolus fra poco disponibile per i Notai italiani al fine di verificare la firma digitale proveniente da altri paesi europei collegati (Notaio Ugo Bechini); copie, estratti e certificati digitali (Notaio Gea Arcella); sicurezza informatica (Notaio Vincenza Gunnella e Notaio Enrico Maccarone) con alcuni consigli o avvertenze da adottare presso i nostri studi (non far utilizzare facebook o altri social networks ad esempio); infine le conseguenze della digitalizzazione sui Registri Immobiliari e sul Sistema Tavolare (Caterina Valia della Commissione Informatica CNN e Notaio Marco Dolzano).
I lavori sono stati chiusi dal Prof Antonino Mazzeo che ha concluso rassicurando la platea e sottolineando come l'informatica non deve essere percepita come un nemico per la professione, ma come un prezioso alleato.
Il Notaio non deve diventare un informatico, ma deve rimanere Notaio. I mezzi digitali devono essere semplici e aiutarlo a svolgere la sua funzione e ad interfacciarsi in modo più veloce con gli altri soggetti dal Cliente all'Amministrazione.
Il notaio Chibbaro ha dato lettura dell'atto in versione word e pdf modificabile. Una volta definito, l'atto è stato tramutato in un formato immodificabile (ad es. pdf/a) e sottoscritto dal venditore con firma digitale (la sottoscrizione potrà avvenire o con smart card -se la parte è in possesso di tale supporto- o con apposita lavagnetta elettronica fornita dal notaio - in uso già presso i notai francesi).
Se ci sono allegati anche quelli devono ovviamente essere firmati digitalmente. Quindi o sono già in formato digitale (ad esempio procura inviata da altro Collega in formato digitale) o vanno trasformati.
Il notaio ha firmato digitalmente l'autentica e gli allegati ed ha inviato tutto in una "busta e-gov" all'altro collega.
Anche la busta è stata firmata digitalmente. Ovviamente l'invio è stato fatto con la pec.
Il Notaio Nastri ha fatto unitamente all'acquirente la stessa cosa e quindi ha simulato l'inserimento dell'atto con gli allegati nel sistema di conservazione del CNN.
E' stato precisato che in esso dovranno essere inserite anche le copie digitali degli atti cartacei e le ricevute del modello unico.
Il notaio sarà autorizzato ad effettuare gli annotamenti all'atto previsti dalla legge.
La mattinata si è conclusa con il Notaio Valerio Auriemma che ha spiegato in dettaglio il funzionamento della pec.
Al pomeriggio sono stati trattati: apostille digitale e circolazione fra stati degli atti notarile con l'illustrazione della piattaforma IVTF (International Verification Task Force) denominata Bartolus fra poco disponibile per i Notai italiani al fine di verificare la firma digitale proveniente da altri paesi europei collegati (Notaio Ugo Bechini); copie, estratti e certificati digitali (Notaio Gea Arcella); sicurezza informatica (Notaio Vincenza Gunnella e Notaio Enrico Maccarone) con alcuni consigli o avvertenze da adottare presso i nostri studi (non far utilizzare facebook o altri social networks ad esempio); infine le conseguenze della digitalizzazione sui Registri Immobiliari e sul Sistema Tavolare (Caterina Valia della Commissione Informatica CNN e Notaio Marco Dolzano).
I lavori sono stati chiusi dal Prof Antonino Mazzeo che ha concluso rassicurando la platea e sottolineando come l'informatica non deve essere percepita come un nemico per la professione, ma come un prezioso alleato.
Il Notaio non deve diventare un informatico, ma deve rimanere Notaio. I mezzi digitali devono essere semplici e aiutarlo a svolgere la sua funzione e ad interfacciarsi in modo più veloce con gli altri soggetti dal Cliente all'Amministrazione.
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