martedì 24 novembre 2009

Posta Elettronica Certificata: dal 29 novembre tutti i professionisti devono averla

La Pec o Posta elettronica certificata è un particolare tipo di posta elettronica che permette di individuare con sicurezza la provenienza del messaggio (non la firma) e il ricevimento da parte del destinatario (non la lettura).
Entro il prossimo 29 novembre tutti i professionisti devono per legge (DL 185/08 convertito nella L. 2/09 - c.d. decreto anticrisi) essere dotati di Pec e comunicarla ai propri ordini di appartenenza.
Sono coinvolti 23 ordini professionali.
Altre categorie cui la normativa è indirizzata con applicazione temporale diversificata sono: a) le imprese di nuova costituzione (già in vigore); b) tutte le imprese (che hanno tempo sino al 29 novembre 2011).
La Pec viene rilasciata da appositi Enti certificatori  elencati in un apposito sito governativo: http://www.cnipa.gov.it/site/it-it/Attivit%C3%A0/Posta_Elettronica_Certificata__%28PEC%29/
Molte categorie professionali hanno già preso accordi con taluni di detti enti per fornire ai soggetti appartenenti la casella di pec (ad es.: tutti i Notai -dal 2005- sono stati già dotati di pec dal Consiglio Nazionale del Notariato).
La posta elettronica certificata servirà per comunicare con la Pubblica Amministrazione (già dotata di tale strumento) e per esplicare funzioni connesse con l'esercizio della propria attività (ad esempio: i commercialisti per depositare i bilanci presso la CCIAA o i notai  inviare la documentazione presso il Registro Generali dei Testamenti).
E' evidente che il professionista deve tenere controllata la posta perchè il messaggio deve intendersi recapitato nel momento in cui il gestore lo rende  disponibile sul server: da tale momento potrebbero decorrere termini per adempiere a obblighi o oneri.

domenica 22 novembre 2009

Mutui:cosa fare prima di prendere una decisione.

Nell'inserto del Sole 24ore PLUS 24 di Sabato 21 novembre, c'è un interessante reportage sui mutui che fornisce spunti e consigli a chi deve accingersi a fare un mutuo.
E' fatto notorio che attualmente i tassi di interesse attuali sono molto bassi. Questo vale però per i mutui a tasso variabile la cui indicizzazione è basata sull'Euribor, non per i mutui a tasso fisso ancorati all'IRS (che già sconta la previsione di una futura ripresa economica).
La scelta pertanto deve essere ben ponderata, non cercando di prevedere futuri scenari che neppure i più preparati economisti riescono ad azzeccare, ma valutando la propria predisposizione al rischio e la tenuta della situazione economica individuale ad un probabile aumento dei tassi.
Quello che si suggerisce quando si deve fare un mutuo:
a) rivolgersi a più istituti per avere una panoramica di prodotti più ampia;
b) chiedere anticipatamente la minuta del mutuo, il capitolato e il documento di sintesi;
c) se si è orientati per un tasso variabile, farsi fare una simulazione delle rate dalla Banca, in modo tale da vedere in pratica quanto diverrebbe la rata al crescere dell'Euribor;
d) valutare con attenzione le polizze assicurative legate al mutuo (obbligatorie e non).
Le polizze assicurative possono incidere sui costi del mutuo ed inoltre in caso di surroga potrebbero dover essere nuovamente sottoscritte. Su invito dell'ISVAP (istituto che opera per garantire la stabilità del mercato e delle imprese di assicurazione, nonché la trasparenza dei prodotti, nell'interesse degli assicurati e degli utenti in generale) nel 2008 Abi e Ania hanno redatto un accordo prevedendo che al cliente venga data la scelta se proseguire il rapporto assicurativo con il nuovo Istituto o venga restituito il premio già sostenuto, per la parte non goduta, ma le linee guida vengono disattese;

e) ponderare bene possibili soluzioni per proteggersi dalla crescita dei tassi (tasso fisso, "cap" rata fissa). Ognuna di queste opzioni ha un costo: il cliente deve capirne bene l'incidenza;
f) considerare le spese accessorie e quanto incidono sul tasso: l'ISC (indicatore sintetico di costo) percentualizza oltre all'interesse finito anche questi costi.
E' buona norma chiederlo alla Banca cui ci si è rivolta per il preventivo. Queste spese accessorie fra l'altro vengono ritenute dalla maggior parte delle banche suscettibili di variazioni nell'arco della durata del mutuo, anche se contrario a tale interpretazione è stato il provvedimento del Ministero dello Sviluppo n. 5574 del 21 febbraio 2007. Sarebbe necessario un intervento normativo a riguardo.
Il Notaio al quale vi rivolgerete è il soggetto più indicato per esaminare la documentazione  prima della scelta definitiva: il costo della consulenza preventiva è sempre compresa nel costo dell'atto notarile

mercoledì 18 novembre 2009

Protocollo d'intesa fra Notai e Piccole medie imprese

In un interessantissimo convegno, tenutosi a Modena il 17 novembre 2009, organizzato dal Comitato Regionale dei Consigli Notarili dell'Emilia-Romagna e dalla Confindustria di Modena, il Presidente Nazionale del Notariato Paolo Piccoli e il presidente  della Piccola Industria Giuseppe Morandini hanno illustrato il protocollo di intesa Notai e PMI.
Il protocollo non è altro che un intesa  tra imprese e notariato, una collaborazione volta a cercare insieme soluzioni che concretamente aiutino le piccole medie imprese a riprendersi dalla crisi attuale.
Finalmente qualcuno ha pensato che più che contrapporsi, si può cercare di fare gioco di squadra per far progredire la situazione nel nostro paese.
Il protocollo prevede un'azione sinergica sulle seguenti aree:
1. consulenza istituzionale gratuita sul territorio;
2. soluzioni interpretative e innovative a norme specifiche sull'impresa;
3. proposte normative;
4. tecnologie informatiche e telematiche.
I campi di azione che interesseranno in collaborazione  aziende e notai saranno le problematiche societarie con una particolare attenzione alla successione generazionale ed alla crescita patrimoniale e organizzativa delle imprese.
I Consigli Notarili si attiveranno a livello locale per analoghe iniziative con le associazioni territoriali di Confindustria.
Il principio comune emerso dalle brillanti riflessioni degli imprenditori, dei professori e dei notai presenti al Convegno,  è che una ripresa deve necessariamente ripartire dalla base, dal territorio, dagli uomini, al fine di ricreare condizioni di benessere economico e sociale per tutti, nel rispetto di valori etici condivisi.    

domenica 15 novembre 2009

L'agibilità è requisito essenziale per un immobile

Una nuova sentenza della Cassazione  (n. 1701 Sez. III del 23 gennaio 2009) ha ribadito l'orientamento già consolidato secondo cui il certificato di agibilità è elemento essenziale di un immobile in quanto documento che ne attesta la fruibilità e l'utilizzabilità e quindi l'idoneità ad assolvere la funzione economico sociale e a soddisfare i bisogni per cui viene acquistato.
La parte venditrice   (salvo patti particolari) deve assicurare al compratore che l’immobile trasferito sia munito di detto certificato o almeno offrire la documentazione attestante la regolare presentazione della domanda (corredata da tutta la documentazione) e il decorso del tempo idonea ad integrare il silenzio-assenso (v. anche Cass. 7 ottobre 2008 n. 24729). 
Nel caso in cui l'immobile non ne sia dotato e  il rogito definitivo non sia stato ancora sottoscritto, la parte promittente l'acquisto può rifiutarsi legittimamente di stipulare la compravendita (Cass. 11 maggio 2009 n. 10829).
Nel caso in cui il contratto definitivo sia stato già concluso, la mancanza di agibilità, scoperta successivamente o non conseguita nel termine promesso, secondo la giurisprudenza  non incide sulla validità del contratto (il contratto non è nullo), ma incide sul bene trasferito, ne inficia l'essenza  (opinione confermata  dalla sentenza in parola).
Pertanto, il mancato rilascio dell'agibilità integra un inadempimento del venditore per consegna di aliud pro alio (consegna di una cosa diversa da quella promessa) e il compratore potrà chiedere non solo il risarcimento del danno (come sostenuto dalla Corte in altri pronunciati -opinione comunque minoritaria- (Cass. 20 dicembre 1989 n. 5757; Cass. Sez. II 3 luglio 2000 n. 8880; Cass. Sez. II 22 febbraio 2000 n. 1954), ma la risoluzione del contratto (cosi anche Cass. Sez. II, 10 giugno 1991, n. 6576; Cass. Sez. II 26 giugno 1995 n. 953 e 14 dicembre 1994 n. 10703; Cass. 20 gennaio 1996 n. 442; Cass. Sez. 23 gennaio 2009 n. 1701).

domenica 8 novembre 2009

Stato e Mercato


Di notevole interesse sul tema mercato, regole e stato (tema molto caro al notariato) è un'intervista al giurista Guido Rossi pubblicata sul Corriere della Sera di venerdì 6 novembre 2009.
Guido Rossi si rivela estremamente vicino alle posizioni del Professor Hernando De Soto come esposte nella lectio al Congresso Nazionale del Notariato (v. post  del 22 ottobre 2009) sia nell'esame delle cause della crisi mondiale che nelle soluzioni.
In particolare si sofferma su una serie di memi che in questi ultimi anni sono stati ripetuti all'ossessione, da un lato, ingenerando  nella società il falso mito dell'onnipotenza dell'economia, dall'altro permettendo ad una serie limitata di soggetti senza scrupoli di operare indisturbati con i risultati disastrosi oggi sotto gli occhi di tutti.
MITO DEL MERCATO bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere l'errore nella fede del mercato, ma lo stesso Guido Rossi sottolinea come sia difficile farlo per gli economisti (a suo avviso l'unico è stato Richard Posner nell'opera  "A failur of Capitalism").
IL MERCATO E' DEMOCRAZIA Milton Friedman ha tentato questa sperimentazione nel Cile di Pinochet, ma i risultati non sono certo stati incoraggianti.
TRASFORMAZIONE DEI BENI IMMOBILI IN IMMOBILI La smaterializzazione degli immobili e dei diritti reali con le cartolarizzazioni ha fatto perdere il contatto con la realtà delle cose, creando una totale incertezza e caduta della fiducia nel mercato (problema alla base dei mutui "subprime").
AUTOREGOLAMENTAZIONE Si è creduto che la contrattazione fra privati potesse sostituirsi a norme e principi generali validi per tutti. Il Mercato come simbolo di libertà si è tramutato in simbolo di distruzione.
TOO BIG TO FAIL  Espressione stigmatizzata da molti: uno per tutti, il Nobel Joseph Stiglitz che ha parlato di azzardi del capitalismo, azzardi culminati nel fatto che proprio quei soggetti che si sono comportati scorrettamente hanno avuto finanziamente pubblici.
CREARE VALORE PER GLI AZIONISTI  I managers sono diventati azionisti. Aumentando la leva finanziaria, hanno rischiato non con soldi propri, ma con quelli dei piccoli risparmiatori e depositanti.
La naturale e necessaria distinzione tra controllanti è venuta meno, ma il mercato non si è affatto autoregolamentato.
ETICA DEGLI AFFARI L'etica degli affari vuol far credere che le aziende possano perseguire funzioni e interessi da sempre di competenza dello Stato. In realtà in questi ultimi anni si è visto con chiarezza che se lo Stato si indebolisce e lascia ai privati la totale autonomia,  è la stessa democrazia a venir meno e a indebolirsi.
SOLUZIONI Per uscire dalla crisi  Rossi suggerisce (come De Soto) un organo di controllo sovranazionale mondiale: il vecchio sogno di un ius cosmopoliticum di matrice Kantiana super partes.

domenica 1 novembre 2009

Donne Notaio

Non sono passati neppure cento anni  da quando la prima donna riusciva a essere nominata notaio.
Per secoli l'arte notarile è stata prerogativa esclusivamente maschile.
La prima donna-notaio venne nominata nel 1930: si chiamava  Adelina Pontecorvo, voleva fare il magistrato, ma finì –necessitata dalle circostanze del tempo- per modificare le sue aspirazioni.
Un bel risultato se si pensa che nel 1914 era stata bocciata la richiesta di iscrizione di una praticante dalla Corte d'Appello di Roma con la motivazione che  un'ammissione sarebbe stata funzionale ad un futuro esercizio di una professione preclusa alla donna per dettato "della legge speciale e della legge comune" come ogni altro ufficio che implicasse funzioni attinenti all'azione giudiziaria.

Per decenni le notaie, nonostante la dottoressa Pontecorvo,  sono state una rarità in un settore pressochè totalmente maschile (se non si considerano –ovviamente- le collaboratrici degli studi).
Solo vent'anni fa le donne che esercitavano questa professione erano appena il 17%. Oggigiorno rappresentano un terzo circa dei Notai italiani e sono una realtà consolidata in tutte le province.

Le regioni con la più alta percentuale femminile sono: Calabria (il 41,7% dei notai locali sono donne), il Molise (36,4%), la Puglia (34,7%), la Basilicata (31,4%), la Sicilia (30,8%), Campania (30,6%).

Anche i compensi sono gli stessi dei colleghi uomini: cosa non da poco, visto che in molti settori le retribuzioni non sono affatto paritarie.
Poche sono invece negli organismi rappresentativi di categoria, ma questo è l’effetto della centralità della donna all’interno della famiglia.
Già è duro svolgere un lavoro a tempo pieno, che difficilmente (almeno fino a quando i figli sono piccoli) si riesce a dedicarsi a qualcos’altro.
E in questo le donne notaio sono proprio uguali a tutte le altre donne.