domenica 8 novembre 2009

Stato e Mercato


Di notevole interesse sul tema mercato, regole e stato (tema molto caro al notariato) è un'intervista al giurista Guido Rossi pubblicata sul Corriere della Sera di venerdì 6 novembre 2009.
Guido Rossi si rivela estremamente vicino alle posizioni del Professor Hernando De Soto come esposte nella lectio al Congresso Nazionale del Notariato (v. post  del 22 ottobre 2009) sia nell'esame delle cause della crisi mondiale che nelle soluzioni.
In particolare si sofferma su una serie di memi che in questi ultimi anni sono stati ripetuti all'ossessione, da un lato, ingenerando  nella società il falso mito dell'onnipotenza dell'economia, dall'altro permettendo ad una serie limitata di soggetti senza scrupoli di operare indisturbati con i risultati disastrosi oggi sotto gli occhi di tutti.
MITO DEL MERCATO bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere l'errore nella fede del mercato, ma lo stesso Guido Rossi sottolinea come sia difficile farlo per gli economisti (a suo avviso l'unico è stato Richard Posner nell'opera  "A failur of Capitalism").
IL MERCATO E' DEMOCRAZIA Milton Friedman ha tentato questa sperimentazione nel Cile di Pinochet, ma i risultati non sono certo stati incoraggianti.
TRASFORMAZIONE DEI BENI IMMOBILI IN IMMOBILI La smaterializzazione degli immobili e dei diritti reali con le cartolarizzazioni ha fatto perdere il contatto con la realtà delle cose, creando una totale incertezza e caduta della fiducia nel mercato (problema alla base dei mutui "subprime").
AUTOREGOLAMENTAZIONE Si è creduto che la contrattazione fra privati potesse sostituirsi a norme e principi generali validi per tutti. Il Mercato come simbolo di libertà si è tramutato in simbolo di distruzione.
TOO BIG TO FAIL  Espressione stigmatizzata da molti: uno per tutti, il Nobel Joseph Stiglitz che ha parlato di azzardi del capitalismo, azzardi culminati nel fatto che proprio quei soggetti che si sono comportati scorrettamente hanno avuto finanziamente pubblici.
CREARE VALORE PER GLI AZIONISTI  I managers sono diventati azionisti. Aumentando la leva finanziaria, hanno rischiato non con soldi propri, ma con quelli dei piccoli risparmiatori e depositanti.
La naturale e necessaria distinzione tra controllanti è venuta meno, ma il mercato non si è affatto autoregolamentato.
ETICA DEGLI AFFARI L'etica degli affari vuol far credere che le aziende possano perseguire funzioni e interessi da sempre di competenza dello Stato. In realtà in questi ultimi anni si è visto con chiarezza che se lo Stato si indebolisce e lascia ai privati la totale autonomia,  è la stessa democrazia a venir meno e a indebolirsi.
SOLUZIONI Per uscire dalla crisi  Rossi suggerisce (come De Soto) un organo di controllo sovranazionale mondiale: il vecchio sogno di un ius cosmopoliticum di matrice Kantiana super partes.

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