domenica 12 febbraio 2012

I notai italiani in aiuto di Obama per contrastare il disastro dei subprime

Il Sole 24Ore riporta,  in un interessante articolo di Eliana di Caro, la notizia del coinvolgimento di tre notai italiani (Sabrina Chibbaro, Eliana Morandi e Ugo Bechini) nella task force giuridica creata da Obama, per rivedere il sistema giuridico che ha potuto permettere il disastro dei mutui subprime.

I mutui subprime  sono  mutui concessi a soggetti che non potevano avere accesso ad un tasso più favorevole nel mercato del credito.
I debitori subprime hanno tipicamente un basso punteggio di credito e storie creditizie fatte di inadempienze, pignoramenti fallimenti e ritardi.
Poiché i debitori subprime vengono considerati ad alto rischio di insolvenza, i prestiti subprime hanno tipicamente condizioni meno favorevoli delle altre tipologie di credito (tassi di interesse molto elevati)
Prima dell'accensione di questi mutui non c'è stato alcun controllo preventivo. 

Il governo di Obama sta facendo un esame comparato dei vari sistemi giuridici, per superare le storture che la common law ha mostrato.
In particolare, le principali criticità in Usa del sistema giuridico dei trasferimenti immobiliari sono l'assenza di registri immobiliari sicuri (con conseguente incertezza sulla proprietà immobiliare) ed il problema della gestione delle identità digitali (con conseguente esponenziale aumento dei casi di furto d'identità).
Non è facile per gli Usa incardinare le soluzioni del notariato italiano nella loro realtà, stante la profonda diversità giuridica dei sistemi. 
Bisognerebbe optare per un cambiamento radicale, una riforma coraggiosa, ma viste le polemiche non ancora sopite per la riforma sanitaria, non è probabile prevedere un'evoluzione in tal  senso dell'establishment di Obama.
Alcuni stati si sono organizzati autonomamente, come la Florida che si è dotata del Civil law Notary.

Ricordiamo che la Florida è stato uno dei paesi più colpiti dalle frodi immobiliari e dai mutui subprime.
Il giornalista Matthew Doig nel 2010 è arrivato secondo al Premio Pulitzer proprio  con il reportage  "Flip that house, fraud cost billions" (realizzato con  insieme a Chris Davis e Michael Braga) sull'argomento, indagine su frodi immobiliari per un valore pari a 10 miliardi di dollari.
Si può quindi concludere, come l'articolo del Sole 24ore di oggi, che almeno in questo settore l'Europa e l'Italia sono un modello per gli USA.

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